Le canne metalliche sono costruite secondo parametri dimensionali ben precisi, secondo “scale” o progressioni di misure che sono state progettate in funzione della resa acustica. La progressione da me usata normalmente prevede il dimezzamento delle misure alla diciassettesima nota. Il diametro del principale è stato scelto nell’ambito medio-stretto, il registro d’ottava è più stretto di un semitono (cioè il Do1 dell’Ottava è uguale al Do#2 del Principale) e quello della Decimaquinta di due semitoni (Do1 della XV uguale al Re3 del Principale); la Decimanona torna invece alle misure dell’Ottava, ovviamente scalate di quinta (la nota 1 della XIX, un Sol, corrisponde alla nota 20 dell’Ottava).


Il lavoro preparatorio delle bocche delle canne metalliche consiste nell’asportare un sottile truciolo di lastra in corrispondenza della cosiddetta “luce”, cioè della fessura attraverso cui fluisce il vento. In questo modo si stabilisce l’altezza della bocca, creando anche lo smusso del labbro superiore, contro cui s’infrange la lama d’aria. Il rettangolo così ritagliato ha i lati in proporzione stabilita di 1:4 e a sua volta la larghezza di bocca è pari a 1/4 della circonferenza del corpo.
Dopo aver aperto la bocca e rettificato il labbro superiore, si controllano gli allineamenti dell’anima, della luce e dello scudo, così da favorire l’emissione del suono, rendendola pronta e stabile. L’intensità del suono è stabilita variando l’apertura del foro al piede e della luce: in questa fase si procede giusto a una sommaria regolazione, giacché la canna è semplicemente provata “a bocca”. L’intonazione vera e propria avviene solo in un secondo momento, quando tutte le canne sono state preparate.
Di norma procedo alla incisione di denti con molta cautela. È un po’ come cucinare: se il sale è scarso si può sempre aggiungere, ma se è troppo non si può levare!
Terminata la fase preparatoria, si passa alla prova delle canne sul somiere per testarne il comportamento alla pressione stabilita. Normalmente esse risultano calanti di quasi un semitono e perciò è necessario portarle vicine al corista definitivo per poterle intonare senza sorprese. Dopo averle sommariamente accordate, si eliminano i difetti di emissione più evidenti. Poi si regola l’intensità sonora secondo il progetto fonico: si fissano alcuni capisaldi (ad esempio le note di un accordo di Do maggiore distribuite su più ottave) e quindi si raccordano in modo che la progressione sia rispettata. Si procede gradualmente alla rifinitura dei dettagli, con ripetuti controlli e ritocchi, anche a distanza di tempo. Alla fine di questo processo, le file di canne saranno pronte per essere intonate sul loro strumento in chiesa.

Intonazione dell’organo ad ala
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