Le molle
L’apertura del ventilabro è determinata dalla corsa del tasto: nel sistema a pironi il punto d’appoggio del pirone alla leva del tasto è il termine da cui misurare l’affondo utile. Se la leva è lunga, sarà possibile un affondo maggiore, tuttavia nel modello che presento la lunghezza dei tasti è mantenuta entro i 25~30 cm al massimo, per permettere all’accordatore di accedere alle canne passando sopra la tastiera. Ciò comporta una corsa utile di 5~6 mm al massimo (i diatonici in testa possono anche affondare di 9~10 mm, ma i cromatici essendo più corti obbligano a fissare il punto d’appoggio dei pironi in posizione un po’ arretrata). Per decidere la posizione della molla dobbiamo tener conto della distanza fra perno del ventilabro e appoggio del pirone: tanto più la molla è arretrata verso il perno, quanto minore sarà la resistenza da vincere per abbassare il tasto. Si tratta quindi di trovare il giusto equilibrio per avere un tocco sensibile, il che significa che l’affondo del tasto avviene prontamente, con una moderata resistenza iniziale, procede fluidamente e che il ritorno avviene in modo simile, terminando senza rimbalzo. Perciò la migliore posizione della molla, secondo la mia esperienza, è poco prima della metà della lunghezza del ventilabro, diciamo intorno ai 2/5 partendo dal fronte d’apertura (ad esempio se il ventilabro è lungo 120 mm, il punto d’applicazione della molla sarà a 48 mm dal fronte). Ora si dovrà riportare questa misura su tutti i ventilabri e creare su dorso di ciascuno la sede per la molla mediante uno scalpellino o anche con una punta di trapano da 1,5 mm
Le molle sono fatte di filo d’ottone crudo, reperibile in matasse vendute a peso nei magazzini di metalli non ferrosi. Altri materiali sono il bronzo fosforoso, più caro e tenace, oppure l’acciaio armonico. La sezione del filo di ottone o di bronzo fosforoso può essere di 1.5 mm, mentre con l’acciaio armonico si può scendere a 1.2 mm.

Per la costruzione delle molle è bene dotarsi di un apposito strumento, che esiste in varie versioni. La più rudimentale prevede una tavoletta di legno duro, 15 × 15 cm, in cui sono piantati due chiodi che fungono da capi per fissare l’apertura dei due bracci delle molle e un perno di legno duro o di ferro attorno al quale avvolgere il filo per formare l’occhio della molla. Il diametro del perno può essere di 12~14 mm e la sua posizione sarà tale da formare con i due chiodi un triangolo isoscele, i cui lati obliqui saranno lunghi circa 10 cm. Volendo migliorare la presa del filo si potrà sostituire il chiodo da cui si inizia a formare la molla con un tondino da 6 mm, in cui si sarà ricavato un foro da 2 mm: il filo passerà nel buco e sarà piegato ad angolo retto, poi strettamente avvolto per 1 giro e 1/2 attorno al perno, e quindi portato oltre il secondo chiodo, piegato a 90° e troncato a misura.
Le prime molle così formate saranno sicuramente irregolari: serve un po’ di pratica per riuscire a tendere omogeneamente il filo e chiudere bene l’avvolgimento. L’accorgimento più importante è lasciare la matassa che alimenta lo strumento ferma dal lato da cui si inizia l’operazione: si dovrà stimare la quantità di filo che serve per una molla e tirarlo dal capo sciolto della matassa attorno ai perni.

Un’altra versione dell’attrezzo è molto più efficiente e comoda: si tratta di una manovella che aziona un braccio ruotante, sul quale si fissa un capo del filo. Poi si fa passare il filo attorno a un perno girevole, solidale col braccio e collocato lungo l’asse di rotazione. Mantenendo costante la tensione fra la matassa e il braccio, si ruota la manovella avvolgendo il filo attorno al perno. Si tronca poi il secondo braccio della molla alla lunghezza dovuta.
Dopo aver costruito le molle si dovranno creare le punte per ancorarle al fondo della secreta e ai ventilabri. È possibile evitare questa procedura, se si adotta una guida “a pettine” per le molle, che le mantenga ben distanziate e ne impedisca la rotazione. Ciò però presuppone che si conoscano esattamente le posizioni dei ventilabri sul somiere. Per costruire questa guida serve un listello di faggio o di rovere, ben dritto e squadrato, lungo quanto la secreta, di sezione 20×50 mm. Quando si saranno collocati i ventilabri nella posizione definitiva, vi si appoggerà sopra questa barra trasversalmente in prossimità delle tacche ricavate nel dorso dei ventilabri per alloggiarvi le molle. Se ne segnerà la posizione. Con una punta da 2 mm si foreranno gli alloggi per le molle, senza trapassare lo spessore ma fermandosi a 3 mm dall’uscita (dunque affondando per 17 mm). Poi con una lama sottile si taglieranno delle feritoie larghe 2 mm e profonde 15 mm, in cui passerà un braccio delle molle. Con la fresa o con la sega da banco si ricaverà nel listello uno scalino spesso 5 mm e profondo 30 mm lungo il lato con i fori. Questa barra dovrà essere avvitata al fondo della secreta e collocata parallelamente al fronte del somiere, in modo che le punte delle molle alloggino stabilmente nel foro, senza piegarsi quando messe in tensione e in modo che il braccio flettendosi non tocchi la barra.

Per risparmiarsi la costruzione della barra “a pettine” si dovranno forgiare le punte, con l’uso di un martello e di un’incudine, appiattendo le estremità in modo che siano fra loro perpendicolari. Con tronchesino e lima si renderanno aguzze, in modo che possano conficcarsi nel legno per almeno 2 mm.
Sia che si scelga questa soluzione o l’altra, tuttavia un controllo accurato della forma dei bracci e delle direzioni in cui spingono le punte è necessario. Per evitare brutte sorprese nel movimento dei ventilabri è necessario correggere ogni allineamento mancato o poco preciso. Con l’aiuto di pinzette di precisione si dovrè correggere l’apertura del braccio, in modo che lo sforzo compiuto da ciascuna molla sia uguale, calibrandone l’intensità e la direzione.
Continua…
 
Costruzione d’un piccolo organo a baule – 8