Organi da basso continuo

L’organo a baule è un organo a canne di piccole dimensioni, contenuto in una robusta cassa trasportabile, destinato principalmente all’accompagnamento, alla realizzazione del basso continuo, in formazioni corali e strumentali. È indicato per l’esecuzione di musica da camera, ma può anche servire per la liturgia in piccole chiese o cappelle.
Generalmente consta di una sola tastiera manuale e di pochissimi registri: come base si sceglie un semplice Bordone di legno 8′, le cui misure sono progettate per il minimo ingombro (canne tappate con sezione marcatamente rettangolare, spesso disposte orizzontalmente, e talvolta con la parete dorsale e una parete divisoria comuni). Altri registri che frequentemente si aggiungono sono il Flauto a camino 4′; e il Principale 2′, con o senza spezzatura fra bassi e soprani. La possibilità di ampliare le risorse timbriche di questi strumenti è limitata dalle dimensioni del somiere e della manticeria: le esigenze di trasporto impongono che la cassa resti entro i 4′; di altezza e larghezza, la profondità non supera i 2′;. Raramente la disposizione fonica è un po’ più ricca, presentando anche un registro solista nei soprani (Nazardo 2.2/3′, Cornetta 1.3/5′), qualche fila di ripieno (XIX, XXII, Cimbalo), un registro d’ancia con tuba corta: il Regale 8′. Quest’ultimo può addirittura costituire da solo un piccolo organo ed è prescritto da Claudio Monteverdi nell’Orfeo del 1607.
La meccanica è di solito diretta, a pironi, quindi la larghezza del somiere è vincolata a quella della tastiera, e la disposizione delle canne è cromatica.
Per le esigenze di prassi esecutiva è normalmente prevista la trasposizione di semitono verso il grave (corista 415 Hz) e talvolta verso l’acuto (corista 466 Hz). Le canne sono in buona parte costruite di legno, e sono vincolate al somiere o al crivello per non subire danni durante il trasporto dello strumento.
Strumenti così concepiti sono regolarmente impiegati nell’esecuzione di musica barocca per la realizzazione del basso continuo: Germania e Francia sono da sempre all’avanguardia nella produzione di tali strumenti.
Storicamente in Italia l’organo di legno è documentato sin dal Rinascimento, ma più frequentemente i positivi avevano solo la basseria di legno, mentre la facciata e spesso anche le canne interne erano di stagno (o di lega di stagno e piombo o addirittura di solo piombo). Aumentando le dimensioni di questi strumenti processionali (usati nelle processioni religiose, anche all’aperto) o da camera, si rendeva necessaria la separazione del basamento, contenente la manticeria, dal corpo della cassa, contenente tastiera, meccanica, somiere e canne. Altri modelli, detti da tavolo o tischorgel, non avevano basamento e poggiavano su cavalletti, alimentati da due mantici cuneiformi direttamente collegati al somiere e azionati a mano.
Spesso la base di questi strumenti era un Principale 8′ con prima ottava corta, e canne di legno tappate disposte contro il fondo della cassa, costantemente inserite. In certi casi, per economia di spazio, lo strumento si basava su un Principale cui mancavano le canne della prima ottava, o addirittura basato su un Principale 4′; talvolta per ridurre l’ingombro delle canne maggiori delle file di ripieno si ricorreva a una sorta di ritornello all’ottava superiore: la VIII era “riassunta”; dalla XV, la XV dalla XXII e la XIX dalla XXVI.
Disporre le canne secondo la naturale successione cromatica consentiva di ridurre l’altezza e l’ingombro della cassa-armadio e di fare a meno della catenacciatura: questo modello di organo è noto come positivo ad ala.

Nel Settecento in Italia era molto diffuso un tipo di strumento di ridotte dimensioni, un organo positivo normalmente impostato sul Principale 8′, con alcune file di Ripieno (dall’Ottava sino alla XXII o addirittura sino alla XXIX) e uno o due registri di colore. Al Sud questi sono quasi sempre la Voce Umana e il Flauto in XII.
Le esigenze di compattezza dello strumento imponevano scelte drastiche: prima ottava corta (mancano le prime quattro note cromatiche), canne tappate di legno nella zona grave del Principale, canne aperte di legno nella zona del tenore o anche nel basso del registro di Ottava. Addirittura si escogitò un sistema noto come “Ripieno riassunto” per potere ridurre ulteriormente le dimensioni della cassa.
Non possiamo dire che trasportare questo tipo di strumenti fosse facile, considerati il peso e la struttura non idonea ad un rapido smontaggio, spesso inoltre la collocazione in anguste cantorie rendeva impossibile il trasporto.

Tuttavia la compattezza e versatilità di questo tipo di strumento, che forse nacque per il basso continuo ma si affermò anche come strumento autonomo a tutti gli effetti, hanno stimolato la ricerca e la progettazione di un organo ad ala adatto alle esigenze dei moderni gruppi orchestrali.

Spesso si ricorre oggi all’uso del truhenorgel d’impianto germanico per pura comodità logistica. Si riesce infatti a collocare Gedackt 8′, Rohrflöte 4′, Prinzipal 2′ in un compatto baule del peso di diverse decine di chili, che due persone sollevano e caricano in automobile, magari assieme a un clavicembalo e alla panca. Dunque la sfida sotto questo profilo è persa in partenza: non si può far meglio. Ma io credo che ciò vada a tutto discapito della qualità musicale. Il truhenorgel è un’invenzione del ventesimo secolo, nata per soddisfare appunto l’esigenza dei gruppi di musica antica. Questi si spostano frequentemente per i concerti e necessitano di strumenti per il basso continuo affidabili e omogeneamente accordati.

È certo che strumenti di piccole dimensioni, da tavolo, di legno, da camera, con le canne “coconade” (come dice Barcotto) esistevano. Così come sappiamo che per l’accompagnamento delle voci era consigliato il suono pieno e prolungato dell’organo, e negli strumenti da camera esso poteva essere ridotto ai semplici registri di Fondo, senza file di Ripieno e Mutazioni. Tuttavia, pur avendo già costruito un organo di legno a baule con Principale e Ottava, mi sono presto reso conto che in un ambiente più vasto d’una sala, con un gruppo di cantanti e strumentisti, il basso continuo per essere proporzionato chiede risorse maggiori.

Nonostante gli organi positivi italiani costituiscano un mondo articolato in scuole ed epoche, ho deciso di prenderne a modello l’idea musicale, adeguandola alle esigenze dei moderni continuisti: una certa comodità logistica, accordatura regolabile, tastiera trasponibile. Ci sono ancora dei desiderata da soddisfare. Il peso e la manovrabilità sono due ostacoli che ho superato dividendo il mobile in due parti, dotandolo di rotelle, maniglioni e di un carrello separato. Non nego che, rispetto all’organo a baule, l’organo ad ala sia un po’ più impegnativo da spostare. Inoltre, essendo uno strumento alto circa 210 cm e largo 160 cm, esso deve trovare una collocazione che permetta al continuista di mantenere il contatto con i colleghi, pur volgendo loro le spalle, e non impedisca la visuale a nessuno degli altri musicisti.

Termino questa premessa con la speranza che il Principale di stagno torni a risuonare nella musica rinascimentale e barocca, sostenendo con pienezza e dignità il ruolo che gli spetta, ingiustamente usurpato da Bordoni e Flauti di legno.

Per ulteriori informazioni rinvio agli specifici articoli dedicati ad alcuni degli strumenti da me costruiti.