Organi da casa

Gli organi da camera e da studio sono poco diffusi per la gravosità della spesa da affrontare e per la difficile collocazione in casa.
La prevalenza degli strumenti elettronici è netta in questo settore, tuttavia come per i pianoforti a coda, anche per gli organi da studio esiste una richiesta da parte di concertisti, musicisti diplomati o diplomandi: uno strumento con trasmissione meccanica affidabile e sensibile, in ambiente domestico, a temperatura confortevole, sempre disponibile non è un’utopia.

La precisione tecnica e l’articolazione curata possono maturare anche grazie al tipo di strumento su cui ci si esercita e all’acustica asciutta di una camera: nel bene e nel male questi sono giudici particolarmente severi nel mettere in evidenza ogni dettaglio esecutivo.

Quando poi si passa sull’organo in chiesa, le cui trasmissioni hanno più inerzia e dove l’acustica è doviziosa, è necessaria qualche prova per adattare e calibrare tocco ed articolazione. Tuttavia nella mia esperienza ho trovato molto più difficile il passaggio inverso, dalla chiesa alla camera, sia per ragioni musicali sia per l’implacabile nitidezza che offre l’esecuzione domestica.

Esistono molte possibili variazioni del progetto fonico che propongo come punto di partenza: debbono essere concordate in funzione della sensibilità e gusti musicali del futuro proprietario e anche valutando la sua disponibilità economica.
Il punto da cui partire è la presenza di almeno un registro di 8 piedi per ciascuno dei due manuali. Per molta letteratura antica il semplice accoppiamento delle tastiere alla pedaliera potrebbe essere sufficiente, ma l’esigenza di una sia pur piccola autonomia del pedale prevale in autori moderni (sonate in trio, preludi o fantasie su corali, fughe). In questo caso sarebbe consigliabile dotare lo strumento di un registro di Violoncello 8′ oppure di un Bordone 16′ sin dall’inizio e progettare il somiere per il prolungamento con l’aggiunta di 24 canne così da ottenere il Bordone 8′ e il Bordone 4′.

I manuali debbono essere ciascuno autonomo e indipendente, ma la disposizione fonica può seguire il criterio della complementarità:

  • suonare un registro di 4 piedi all’ottava inferiore e dialogare con un registro di 8 piedi sull’altro manuale
  • disporre dell’unione II-I ma anche dell’unione I-II
  • almeno uno dei due manuali deve poter eseguire una linea d’assolo mentre l’altro accompagna
  • uno dei due manuali deve potere svolgere il ruolo di “eco”

Ulteriori considerazioni sono:

  • Le canne sono molto vicine all’esecutore, come negli organi positivi, e la sonorità deve essere moderata: registri di fondo 8′ e 4′ con canne di legno, bassa pressione del vento, ed eventualmente portelle di chiusura del prospetto sono auspicabili
  • Un registro di Principale (con canne di legno coperte nella prima ottava e aperto dal Do2) è secondo me più interessante e versatile rispetto al classico Bordoncino 8′ tappato, che con il suo timbro scuro e la pronuncia un po’ percussiva potrebbe risultare a lungo monotono o fastidioso
  • La prima ottava corta può essere un’esigenza per chi si dedica prevalentemente al repertorio antico: in tal caso si consiglia un comando accessorio che permette di inserire l’unione dei tasti Mi, Fa# e Sol# con i tiranti dei ventilabri Do, Re e Mi rispettivamente.
  • La spezzatura fra bassi e soprani è similmente una risorsa da sfruttare soprattutto con il repertorio musicale iberico e fiammingo antico.

Per ulteriori informazioni rimando gli articoli che descrivono alcuni strumenti domestici da me costruiti.