Castelguglielmo (Rovigo): positivo napoletano della fine del XVIII secolo

Durante il mese di luglio del 2018 ho eseguito la manutenzione dell’organo positivo di scuola napoletana conservato nella chiesa parrocchiale di Castelguglielmo (Rovigo).

Lo strumento fu costruito sul finire del Settecento. Fu acquistato dalla parrocchia polesana sul mercato antiquario nel 1978 per interessamento del compianto maestro Vincenzo Ferrari, e fu restaurato nello stesso anno da Alfredo Piccinelli.

In seguito al terremoto del 2012 l’edificio fu danneggiato e chiuso al culto. Con la prospettiva di dover restaurare la chiesa, si rese necessario spostare lo strumento, che fu quindi messo al riparo presso un locale di pertinenza della chiesa.
Terminati i lavori di consolidamento dell’edificio sacro, si è riportato l’organo nella navata destra, nel luogo esatto in cui era stato collocato 40 anni or sono dopo il primo restauro.
L’occasione ha reso possibile censire il materiale fonico e verificare lo stato di conservazione dello strumento, per restituirlo all’uso dopo una pulizia approfondita.

Nonostante i quattro decenni trascorsi dall’intervento di Piccinelli, l’organo era ancora in buono stato, l’intonazione e l’accordatura si sono mantenute in discreto ordine, minimi segni di degrado sono la polvere depositata nelle canne e qualche schiacciamento o deformazione delle bocche e dei fori di alimentazione.
Il somiere, il crivello e la tastiera sono stati attaccati dal tarlo, e dopo la pulizia sono stati disinfestati con liquido insetticida.
La cassa, che fu interamente ridipinta nel 1978, presentava zone in cui il colore si era staccato dal legno. Le maggiori lacune della pittura sono state integrate con tempera su base di gesso.
Alcune scelte operate nel restauro del 1978 oggi non sarebbero più accettabili, per esempio la generale sostituzione dei chiodi con viti, o la feltratura dei tiranti della catenacciatura, o ancora l’eliminazione del sistema di alimentazione manuale dei mantici.

Lo strumento ha un corista molto alto: La3 = 455,3 Hz alla temperatura di 28°. Credo che ciò sia da attribuire al Piccinelli come conseguenza della situazione che egli dovette affrontare nel restauro. Probabilmente trovò canne di legno molto lunghe che però erano state accordate come consuetudine da varie mani nel corso degli anni aprendo fori col trapano a varie altezze e richiudendoli poi con zeppe o con ritagli di carta o pelle d’agnello incollati. D’altra parte le canne di metallo sono accordate in tondo e molto spesso presentano uno squarcio in corrispondenza della saldatura posteriore del corpo. Solo poche canne sono state allungate dallo stesso Piccinelli, e sono per la maggior parte comprese nella zona tra 2′ e 1′. Inoltre le 14 canne di facciata originali occupano le due campate laterali, mentre le 5 maggiori nella campata centrale furono ricostruite da Piccinelli usando lastra antica. Il prospetto segue in altezza abbastanza fedelmente il profilo dei fregi dorati, tuttavia la finestra d’accordatura posteriore è aperta a produrre la nota che sta quasi un semitono sopra la frequenza data dalla lunghezza del corpo integro della canna.
Tutti questi elementi fanno pensare che il corista fosse stato alzato probabilmente già prima del restauro di Piccinelli, forse anche nell’intento di rendere meno inequabile il temperamento, e che egli abbia conservato questa situazione, adattandola a un sistema mesotonico a 1/4 di comma sintonico leggermente modificato.

La pressione del vento è di 45 mm in colonna d’acqua.

Insolitamente, per la tradizione partenopea, il registro di Voce Umana è accordato calante rispetto al Principale, tuttavia dall’esame delle canne (fattura, colore della lastra, lunghezza del piede) si nota che molte canne di questo registro sono spurie, e che esso risulta quindi dall’integrazione (molto probabilmente ad opera di Piccinelli) delle numerose lacune con canne nuove e antiche ma non originali.

Descrizione dello strumento.

Organo positivo, autore anonimo di scuola napoletana, databile verso la fine del secolo XVIII. Sulle antine della secreta sono leggibili due scritte a matita che indicano l’anno 1826.
Sulla tavoletta posteriore di una canna di legno della basseria si legge la scritta a penna: “organaro Galasso Giuseppe / riparò quest’organo 1945 / 1955 NAPOLI”.

Tastiera di 45 note, Do1-Do5 con prima ottava scavezza. Leve dei tasti di noce; diatonici ricoperti di bosso e cromatici di noce tinto, con un sottile rivestimento di ebano incollato sulla faccia superiore del rialzo. I frontalini dei tasti diatonici sono ricoperti di bosso con decorazione a chiocciola. Le leve sono fulcrate in coda e guidate a metà lunghezza da perni centrali di ottone.

Pedaliera a leggio, con 9 tasti di noce, costantemente collegata alla prima ottava della tastiera (ricostruzione di Piccinelli)

La riduzione è di ferro forgiato a mano. I catenacci sono punzonati con numerazione romana. La tavola di riduzione è di pioppo, con tracciatura a secco delle linee in corrispondenza dei tiranti e doppia numerazione manoscritta a china: lungo il lato inferiore verso la tastiera sono i numeri progressivi da 1 (croce) a 45 da sinistra a destra, mentre lungo il lato superiore verso il somiere sono i numeri corrispondenti alla nota assegnata a ciscun canale.

Nella secreta sono i ventilabri di pioppo, impellati e appoggiati alla tavola del somiere su contropelle. Recano la numerazione progressiva da 1 (croce) a 45 da sinistra a destra, scritta a china sulla faccia anteriore. Sono incollati alla tavola con una striscia di pelle e guidati ai lati da spilli di ottone.
I tiranti di ottone attraversano il pavimento della secreta passando per una sottile listarella d’ottone forata che funge da guarnizione.

Il somiere e le stecche sono di noce. Le coperte sono fissate con viti. I trasporti del vento che alimentano le canne maggiori di alcuni registri sono scavati nelle coperte e, nel punto di giunzione di due tavole, sono rivestiti con sottile pelle d’agnello incollata a sigillare il condotto.

L’ordine dei canali del somiere è articolato in sette sezioni, delle quali due presentano le canne disposte per terze maggiori, mentre nelle rimanenti le canne sono distribuite in senso alternato.

  • do1 . mi3 . sol5 . si♭7 . do9 . re11 (lato bassi sx)
  • sol28 . mi♭24 . si20 . la18 . do♯22 . fa26 . la30 (campata sx)
  • si32 . do♯34 . mi♭36 . fa38 . sol40 . la42 . si44 (interno sx)
  • sol16 . fa14 . mi13 . fa♯15 . sol♯17 (campata centrale)
  • do45 . si♭43 . sol♯41 . fa♯39 . mi37 . re35 . do33 (interno dx)
  • sol♯29 . mi25 . do21 . si♭19 . re23 . fa♯27 . si♭31 (campata dx)
  • mi♭12 . do♯10 . si8 . la6 . fa4 . re2 (lato bassi dx)

Le prime otto canne del Principale 8′ (corrispondenti all’ottava corta) sono collocate su due trasporti fissati lungo il dorso del somiere in corrispondenza di altrettanti fori aperti nella cintura per intercettare i primi quattro canali a sinistra e gli ultimi quattro a destra. Di conseguenza queste otto canne sono sempre alimentate all’apertura del relativo ventilabro.

Disposizione fonica e descrizione dei registri.

Le canne di metallo hanno piedi con lunghezza variabile e le bocche sono poste sotto al crivello.

  • Principale 8′
    Le prime quattro canne sono di castagno tappate, le successive otto canne sono di castagno aperte. La facciata è composta da 19 canne di stagno disposte in tre campate a cuspide, 7-5-7, da Mi13 a Do31. Le bocche delle canne nelle due campate laterali disegnano una cuspide simmetrica alle sommità dei corpi, mentre le bocche della campata centrale sono allineate. Le canne interne del registro sono di metallo con prevalenza di piombo.
  • Ottava
    Le prime sei canne sono di castagno aperte, le rimanenti 39 sono di metallo con alta percentuale di piombo.
  • Ripieno (XV-XIX-XXII-XXVI-XXIX)
    Canne di metallo con alta percentuale di piombo; ritornelli classici all’ottava inferiore al raggiungimento della lunghezza di 1/8′, quindi:
    XV – nessun ritornello,
    XIX – 1 ritornello a Fa#39,
    XXII – 1 ritornello a Do#34,
    XXVI – 2 ritornelli a Fa#27 e Fa#39,
    XXIX – 2 ritornelli a Do#22 e Do#34
  • Voce Umana nei soprani inizia da Do21, bocche rivolte al fondo dello strumento, accordatura calante
  • Flauto in XII, inizia da Mi13, cilindrico, bocca stretta
  • Accessori:
    – Uccelliera con 4 canne (ricostruzione di Piccinelli)
    – Zampogna con canaletto e tuba di castagno, canaletto rivestito con pelle sottile di agnello (ricostruzione di Piccinelli), accordabile in varie note
    – Tremolo nel condotto portavento

Disposizione dei registri sul somiere dal fronte al fondo:
Principale, Voce Umana, VIII, Flauto in XII, XV, XIX, XXII, XXVI, XXIX.
Le prime otto canne di legno del Principale sono disposte sui due trasporti contro la parete dorsale dell’organo (4 a sx e 4 a dx). Le successive quattro canne di legno del Principale sono collocate lungo i fianchi della cassa (2 a sx e 2 a dx). Le sei canne di legno dell’Ottava sono disposte di seguito al Principale lungo i fianchi della cassa (3 a sx e 3 a dx).

Due mantici a cuneo con sette pieghe ciascuno sono collocati nel basamento dell’organo. Anticamente erano azionati mediante due funi passanti attraverso fori nel fianco destro del basamento. Probabilmente il sistema fu modificato con l’introduzione di due leve sporgenti dal fianco sinistro dell’organo e fulcrate al centro su un traverso fissato all’interno del basamento. Questo sistema fu poi rimosso e le aperture nel fianco furono chiuse. Attualmente l’organo è alimentato da una ventola elettrica, piuttosto rumorosa, collocata sopra i mantici.

Castelguglielmo