La meccanica dei registri
Consiglio di realizzare la versione definitiva delle meccaniche solo dopo averne costruita una provvisoria, di studio: si sprecherà meno materiale e si procederà con sicurezza solo dopo avere affrontato gli immancabili imprevisti. Non avendo ancora trattato alcuni argomenti connessi alla costruzione delle meccaniche (particolarmente cassa e tastiera) sono consapevole che questi paragrafi possono risultare oscuri: confido che tutto si chiarirà con la stesura dei prossimi articoli.
Le stecche sono azionate mediante i rulli, collegati ai pomelli. La corsa delle stecche è limitata da un apposito fermo che consiste in un durone di metallo, conficcato nella cintura del somiere. La stecca reca un’asola fresata in corrispondenza del durone.
Per individuare esattamente le due posizioni di registro aperto e chiuso è bene bloccare la stecca sul somiere inserendo a pressione in uno dei fori un cilindretto di legno: così il registro sarà in posizione aperta.
Stabilita la corsa della stecca fra le due posizioni di registro aperto e chiuso (diciamo ad esempio 18 mm), si riporta con la matita questa quota sulla cintura in prossimità della stecca, prolungando le due linee sulla stecca stessa. Con il trapano a colonna con una punta sottile (1,5 o 2 mm) si forano contemporaneamente la stecca e la cintura del somiere nel punto in cui sarà messo il fermacorsa. Quindi si tolgono il cilindretto di blocco e la stecca. Si conficca nella cintura del somiere un chiodo provvisorio appuntito da entrambe le parti. Esso deve avere il diametro qualche decimo di millimetro più piccolo del foro, così da poterlo rimuovere facilmente; inoltre deve sporgere solo pochi millimetri dal piano di scorrimento del somiere. Ciò fatto, si può rimettere la stecca, allineando però i segni tracciati a matita in modo che essa si trovi in posizione di registro chiuso. Premendo delicatamente la stecca in corrispondenza del chiodo provvisorio si marca la seconda posizione. Tolto il chiodo provvisorio, non resta che allargare i fori al diametro richiesto dal fermacorsa (4 mm). Questo potrà affondare nella cintura per 2 o 3 cm, sporgendo sopra il piano di scorrimento poco meno della distanza fra coperta e tavola. Perché il fermacorsa assolva bene alla propria funzione, esso dovrà essere conficcato a pressione, e non dovrà minimamente ballare nella sede.
Si deve poi fresare l’asola nella stecca, avendo cura di tenersi paralleli al senso della corsa. Soprattutto si deve rispettare la quota fissata tra le due posizioni di registro aperto e chiuso: ciò faciliterà la regolazione del movimento dei pomelli di comando, che deve essere uguale per tutti.
L’estremità della stecca alla quale sarà collegato il rullo di trasmissione può sporgere dal profilo del somiere di qualche centimetro. Si potrà rinforzarla incollando un tassello di faggio spesso 1 cm. Si fora la sede del tirante con il trapano a colonna e una punta da 3 mm.
I rulli di trasmissione sono ottenuti da listelli di faggio o rovere: la lunghezza è stabilita uguale per tutti, misurando la distanza tra i due piani d’appoggio. Quello inferiore sarà vincolato al fianco del somiere, alcuni centimetri sotto le stecche, quello superiore sarà fissato subito sotto il coperchio della cassa. La sezione dei listelli è quadrata, con lato di almeno 2,5 cm (più sono lunghi e più sono suscettibili di flettere sotto sforzo, rendendo il movimento gommoso). Poiché le fibre del legno sono parallele ai perni e perciò offrono minore saldezza, è bene inserire e incollare in prossimità delle terminazioni un cavicchio trasversale da 8 mm, così da rinforzare la presa del perno.
Tracciando le diagonali, si trovano i centri delle due facce d’appoggio di ciascun rullo. I perni devono essere conficcati precisamente nel centro; bisogna che i fori siano perpendicolari al piano di rotazione. Consiglio di usare guide robuste per tenere i pezzi ben allineati sul trapano a colonna. I perni possono essere ottenuti da chiodi d’acciaio o con del tondino d’ottone da 2,5 mm, cui si siano ben limate le estremità. Esse sporgono di 1 cm.
Le sedi in cui il perno ruota dovrebbero per comodità di montaggio essere avvitate al piano d’appoggio, così da poterle rimuovere facilmente. A questo scopo si tagliano dei tasselli quadrati di faggio o altro legno duro, di 4 cm di lato e spessi 1 cm, forati in due angoli diametralmente opposti per il fissaggio con viti al piano d’appoggio e forati esattamente al centro per ospitare il perno. Si deve lubrificare con spray siliconico la sede, così da ridurre l’attrito.
I rulli saranno comandati da tiranti di legno ossia da listelli di faggio o rovere, di sezione quadrata con lato di 2 cm. La soluzione più semplice ed esteticamente meno elaborata usa questi stessi listelli come comandi che sporgono dalla cassa a lato della tastiera. Si possono rendere più gradevoli d’aspetto, decorando la terminazione esterna con smussi a diamante o con altre soluzioni. Altrimenti si possono avvitare sulle terminazioni esterne dei pomelli torniti. Per il corpo preferisco usare comunque listelli con sezione quadrata, perché cilindrici tendono a ruotare nelle sedi.
La lunghezza di questi listelli è pure stabilita uguale per tutti, sommando la larghezza del somiere alla sporgenza dalla cassa, più alcuni centimetri di riserva.
Servono due maschere uguali, nei cui fori passano i tiranti dei registri. Si ricavano da due tavolette rettangolari di noce, spesse 1 cm, i cui lati sono determinati in base al numero di registri. Ad esempio con tre registri si sommano gli spessori dei listelli (2×3=6cm di lunghezza; 2cm di larghezza) e gli spazi vuoti interni ed esterni (2×4=8cm, per un totale di 6+8=14cm di lunghezza; 2×2=4cm, per un totale di 4+2=6cm di larghezza). Si disegna a matita su una delle tavolette il perimetro di ciascun tirante, marcandone anche il centro. Si uniscono provvisoriamente le due tavolette con spilli, viti o qualche goccia di colla. Con il trapano a colonna si forano i passaggi dei tiranti, usando il centro e il perimetro tracciati, poi si deve pazientemente asportare il legno dagli angoli dei fori, rendendoli quadrati. Si può usare lo scalpello ben affilato oppure carta abrasiva. I tiranti devono scorrere senza ballare nelle finestrelle.
Prima di montare gli elementi preparati, occorre tagliare per ciascun registro i due bracci che saranno avvitati nei rulli. Essi sono ricavati da tondini di ferro da 6 mm, lunghi 8 cm, filettati da un lato per almeno 4 cm e forati all’altro capo, dove sarà alloggiato il tirante di collegamento con la stecca o con il comando di registro. Questo collegamento sarà fatto con tondino d’ottone o di ferro da 3 mm opportunamente piegato e sagomato. Le terminazioni degli snodi sono piegate ad angolo retto: per collegarle alla stecca, al tirante e ai bracci del rullo basta infilarle nelle sedi. Per impedire che fuoriescano, possono essere filettate e dotate di un dado autobloccante. È molto importante che i fori siano precisi: se dovessero essere laschi, ci sarebbero moti persi che rendono fastidioso e rumoroso il funzionamento della meccanica; perciò è buona norma forare con punte mezzo millimetro più sottili del necessario e allargare quindi il foro con punte della giusta dimensione, punzonando prima i centri e bloccando sempre i pezzi in morsa. Per prevenire la ruggine dei tondini di ferro è bene levigarli con lana d’acciaio, pulirli e sgrassarli con diluente nitro e poi verniciarli con cera o smalto protettivo.
Il montaggio dei rulli richiede che si fissino i due piani d’appoggio, cioè due tavolette o blocchi di faggio o rovere: quello inferiore potrà essere avvitato sul fianco del somiere, nella cintura o nella secreta (avendo cura ovviamente di non perforarne le pareti), mentre quello superiore potrà essere fissato al telaio della cassa subito sotto al coperchio. Per funzionare bene essi devono essere solidali con l’intera struttura, e dunque è necessario che questi piani d’appoggio siano avvitati saldamente. In particolare quello superiore deve ancorarsi al telaio della cassa su almeno due lati, ad esempio quelli formanti l’angolo superiore destro. Meglio ancora se il piano d’appoggio è unito ad incastro fra il telaio anteriore e quello posteriore della cassa, magari fissato anche lateralmente.
Le due mascherine servono per guidare i tiranti di comando: una sarà applicata alla cassa, esternamente, e sarà visibile, l’altra sarà interna, fissata saldamente al piano d’appoggio e al fianco della cassa.
I rulli imperniati nei loro alloggi si collocano provvisoriamente tra i due piani d’appoggio, in prossimità delle stecche, così da poter segnare la posizione dei due bracci: uno all’altezza delle stecche e l’altro all’altezza del tirante di comando del registro. Si considerino bene gli spessori in gioco, per determinare esattamente il centro di foratura, così che la stecca e il relativo braccio, come il tirante e il suo braccio, siano sullo stesso piano, e dunque lo snodo sia su un piano parallelo scostato di qualche millimetro: in altre parole gli snodi devono lavorare orizzontalmente, non inclinati.
Determinata la posizione dei rulli e l’altezza dei bracci, se ne possono forare le sedi. Usando una punta da 5,5 mm si perfora l’asta del rullo, e con un maschio per filettare si crea la sede in cui sarà avvitato il braccio.
La corsa del comando di registro può essere un po’ regolata variando la lunghezza dei due bracci: a questo scopo serve la filettatura, che consente di avvitarli più o meno profondamente nel corpo del rullo.
Come si è detto, tra il braccio e la stecca, così come tra il braccio e il tirante di comando, si pongono due snodi per consentire il libero moto delle parti: la rotazione del rullo, la corsa della stecca e quella del tirante di comando. Inoltre è bene far sì che l’angolo di rotazione del rullo sia suddiviso a metà fra la posizione di chiusura e quella di apertura. Bisogna cercare la posizione migliore per collocare i rulli, tenendo conto del movimento delle stecche, dei tiranti di collegamento e quindi dei bracci, che non dovranno interferire fra loro. La stecca più vicina al telaio della cassa è nella posizione più delicata, avendo il rullo relativo poco spazio di manovra. Si devono considerare il senso di apertura e chiusura delle stecche, e per conseguenza il senso di rotazione dei rulli, in modo che i tiranti di comando aprano il registro quando sono estratti e viceversa.
Continua…