Prima di cominciare un nuovo capitolo sui sistemi di temperamento irregolari, voglio riassumere gli argomenti trattati sinora. Ho esposto la teoria degli intervalli e mi sono occupato dei due sistemi cardinali dell’accordatura, cioè il sistema pitagorico e quello di giusta intonazione. Faccio notare per inciso che questi sistemi definiscono le note usando intervalli puri. Quindi è sbagliato usare l’espressione “temperamento pitagorico”, come spesso si sente dire: è una contraddizione, perché nel sistema pitagorico le quinte non sono temperate!
Infine ho illustrato alcuni sistemi di temperamento regolari, in particolare quelli mesotonici.
Classificazione degli strumenti
Il temperamento è legato all’evoluzione degli strumenti musicali, anzi vorrei quasi dire che nasce proprio in risposta alle loro caratteristiche costruttive. Infatti gli strumenti musicali si possono classificare in base alla capacità di modificare l’intonazione delle note. Negli strumenti ad intonazione fissa la frequenza di ciascuna nota è stabilita prima dell’esecuzione e normalmente non può essere cambiata senza interrompere l’esecuzione stessa. Questi sono ad esempio gli strumenti dotati di tastiera: cembalo, organo, pianoforte, armonium, fisarmonica; oppure quelli nei quali la frequenza è prestabilita per ciascuna corda come nell’arpa; oppure ancora quelli in cui la si determina per mezzo di “tasti” o laccetti disposti lungo il manico, come in liuto, chitarra, viola da gamba. Inoltre buona parte delle tastiere elettroniche e MIDI meno sofisticate, come anche i software musicali più elementari, non sono pensati per aggiustare al volo l’intonazione, semplicemente adottano il temperamento equabile a 12 note, con la rudimentale opzione della pitch-bend wheel.
Gli archi, la voce, gli strumenti a fiato (chi più chi meno) sono liberi di aggiustare la frequenza nel momento stesso in cui si produce il suono. Ciò permette loro di attenersi al criterio della giusta intonazione. Tuttavia sono strumenti prevalentemente melodici, producono un solo suono alla volta. Gli altri invece sono strumenti che possono produrre più note contemporaneamente, ma solo con frequenze predefinite.
Ebbene, da questa semplice classificazione ha origine la teoria dell’accordatura, che si applica agli strumenti con tastiera, e perciò anche all’organo.