La tastiera

Premessa

La tastiera è sempre sotto gli occhi e le dita di tutti: è il manufatto che richiede più cure, non solo dal punto di vista estetico, ma soprattutto per ottenere un tocco preciso e confortevole. La lunghezza delle leve, le dimensioni dei tasti, la posizione dei pironi sono tra i parametri più importanti. La placcatura e i dettagli decorativi contribuiscono alla soddisfazione dell’occhio e del tatto, e quindi incidono sulla sensazione di confortevolezza e sul giudizio finale. Ma una bella tasiera deve prima di tutto essere comoda.
Naturalmente il mercato offre tastiere professionali per tutte le esigenze. Si possono trovare anche prezzi ragionevoli e commisurati alla qualità. Però il dilettante organaro sicuramente vorrà cimentarsi in questa sfida! Ebbene, sappia che sono indispensabili tre “p”: un’alta dose di pazienza, maggiore perizia, massima puntigliosità. E con questo chiudo la premessa.

Materiali e utensili

  • Il corpo dei tasti è di abete oppure di cedro, più leggero.
  • Il telaio è di faggio o di noce.
  • I modiglioni, o spalle, e le cornici sono di noce, preferibilmente proveniente dalla base del tronco verso le radici, dove nodi e venature creano bei contrasti di colore.
  • La placcatura dei diatonici è tradizionalmente di bosso, ma ovviamente si può scegliere altro: melo, pero, susino, ciliegio, ulivo, osso.
  • Il rialzo dei cromatici è solitamente di ebano, grenadilla o palissandro, ma può anche essere di noce scuro verniciato, oppure di altro legno esotico (padouk, wenge)
  • Perni e guide di ottone o acciaio nichelato
  • Guarnizioni di cachemire o feltro

Tutto questo materiale è reperibile on-line, ad esempio presso Mark Vogel & Michael Scheer. Ci si può cimentare da soli: serviranno legname stagionato, sega a nastro con lama sottile e poca strada, una piccola combinata (sega circolare, pialla filo-spessore), l’aiuto di un falegname.
Esporrò due diversi metodi di costruzione. Il primo è quello tradizionale, che richiede un po’ di attrezzatura. Il secondo è invece più spartano, usa solo la combinata (sega e pialla) ma pecca in accuratezza.


Il metodo tradizionale: il regolo

Come per il somiere, così anche per la tastiera è bene costruire un regolo di misura, ricavandolo da una sottile stecca di plexiglass ben squadrata di 900×50×4mm.
Con la lama di un cutter si tracciano tre linee parallele all’asse longitudinale, distanziate fra loro di 2 cm, centrate nella stecca.
Le misure dei tasti sono l’argomento più controverso che esista sulla terra. Io suggerisco di scegliere tra gli standard elencati nel catalogo Laukhuff, semplificarne la suddivisione, limitare la precisione al quarto di millimetro:

Dimensioni della tastiera in mm
estensione 61 note: Do1-Do6 58 note: Do1-La5 56 note: Do1-Sol5 54 note: Do1-Fa5 intervallo Do-Si
American Guild of Organists 844 797 774 750 164

Poiché il taglio dei tasti corre lungo linee segnate a matita sulla tavola, ne consegue uno sfrido di poco maggiore dello spessore della lama. Che è sufficiente a garantire la necessaria separazione fra le leve; è perciò necessario usare una lama molto sottile e con poca strada: si trovano in commercio lame sino a 0,6 mm di spessore, ma bisogna farle stradare in modo da ottenere un taglio di circa 1 mm.
La parte anteriore dei tasti diatonici (che chiameremo testa) ha larghezza costante, ottenuta dividendo l’estensione totale della tastiera per il numero dei diatonici (36 nel caso di cinque ottave). Tuttavia, è necessario lasciare fra i cromatici uno spazio sufficiente al comodo passaggio delle dita, perciò è meglio che corpo e coda dei diatonici siano più larghi di quelli dei cromatici. Ecco perchè è necessario cosiderare separatamente i due intervalli Do-Mi e Fa-Si: nel primo si contano due cromatici (Do# e Re#), nel secondo invece sono tre (Fa#, Sol#, La#). Per un’estensione di 61 note, porremo una larghezza in coda di 14,¼ mm per i diatonici (approssimando così il valore 14,29) e di 12,¾ mm per i cromatici (dato che approssima 12.79): otterremo così una larghezza Do-Si di quasi 164 mm.rulerNel tracciare i segni sul regolo bisogna evitare di accumulare errori, perciò suggerisco di calcolare le quote progressive mediante un foglio elettronico. Un metodo alternativo e preciso consiste nell’applicazione del teorema di Talete: si fissa l’origine sulla linea centrale del regolo a qualche centimetro dal bordo sinistro, si traccia poi l’estremo destro alla distanza prescelta (ad esempio a 844 mm); quindi con l’uso di due squadre si suddivide il segmento in 36 parti uguali, corrispondenti alle teste dei diatonici, e se ne marcano le posizioni sulla linea anteriore del regolo. Si devono ora individuare ed evidenziare le marcature che separano i tasti Mi-Fa e Si-Do, prolungandole sino a intersecare la linea posteriore del regolo. Quindi ci si dovrà attenere scrupolosamente al calibro a compasso per tracciare sulla riga posteriore la successione delle code dei tasti nell’intervallo Do-Si di ciascuna ottava. Sull’asse longitudinale si possono riportare i centri di foratura per i perni e le guide corrispondenti a metà larghezza delle code di ciascuna leva.

La tavola

I tasti sono ottenuti segando una tavola, appositamente assemblata e preparata con la placcatura dei diatonici e i fori per i perni e le guide. Il legno di abete deve essere accuratamente scelto stagionato, privo di nodi, sacche di resina e difetti. È segato in piccole assicelle, in modo che la venatura corra parallela alle facce dei tasti, quindi perpendicolare ai fianchi: questo perché le deformazioni possibili avvengano senza pregiudicare il libero gioco fra un tasto e l’altro. Se la leva dovesse imbarcarsi, sarebbe preferibile che ciò si traducesse in un sollevamento o abbassamento del tasto, piuttosto che nella curvatura a destra o sinistra, col rischio di coinvolgere il tasto vicino.tavolaSi taglieranno undici tavolette tutte dello stesso spessore di 18 mm, lunghe 240 mm; sei di esse saranno larghe come l’intervallo Do-Mi, 68.5 mm, e cinque come l’intervallo Fa-Si, 95.5 mm. Si incolleranno affiancate l’una all’altra: l’intento è di ottenere una tavola omogenea per venatura. Inoltre sullo spessore frontale della tavola è solitamente incollata un’asticella di legno duro spessa circa 7 mm, sulla quale saranno incollati i frontalini dei tasti, spessi circa 3 mm: in questo modo la lunghezza totale dei tasti finiti sarà di 250 mm. La ragione di questo accorgimento sta nel fatto che il fronte del tasto grezzo presenta una superficie scabrosa con fibre tagliate di testa, che possono muoversi con le variazioni dell’umidità, e che non garantiscono la tenuta perfetta dell’incollaggio del frontalino: se il legno del corpo del tasto dovesse crescere, il frontalino, con il suo esile spessore, potrebbe scollarsi o comunque si potrebbero vedere inestetiche differenze dimensionali lungo i bordi; una placcatura più spessa e di legno duro fornisce una superficie liscia e più stabile per l’incollaggio del frontalino.

Poiché le vene della tavola assemblata sono disposte in senso trasversale alla lunghezza, non sarà possibile usare la pialla per levigarne le facce. Quindi l’incollaggio deve avvenire rigorosamente in piano, evitando di pressare troppo le tavolette, che potrebbero scorrere e disallinearsi. Nel dubbio è consigliabile rivolgersi a un falegname, e magari usare pressa e calibratrice.
Quando la colla si sarà asciugata, si potrà eventualmente piallare a mano la tavola usando pochissimo ferro e incrociando i passaggi dell’utensile, così da far sparire le tracce di colla. Poi si leviga la tavola usando uno spesso e ampio pannello munito di impugnatura sul quale si incolla un foglio di carta abrasiva. Naturalmente la tavola deve essere bloccata sul banco, altrimenti si fatica inutilmente.

Per il rivestimento dei diatonici servono ancora una volta undici placcature di bosso, dello spessore di 2 o 3 mm, opportunamente spianate e squadrate alle misure di 110 mm di lunghezza, sei larghe 68.5 mm e cinque larghe 95.5 mm. Si blocca un’asticella che faccia da fermo lungo la linea corrispondente alla fine dei rialzi dei cromatici. Si cospargono di colla le tavolette sulla faccia inferiore e si pressano l’una a fianco dell’altra, pulendo via la colla in eccesso con una spugna umida. Quando si applica la pressione, si cerchi di non fare slittare le cartelle, e se ne controlli sempre l’allineamento: è preferibile usare dei pesi di piombo, piuttosto che i morsetti.
La placcatura dovrebbe sporgere di circa 2 mm dal profilo del tasto anteriormente. I rialzi dei tasti cromatici saranno incollati in seguito.

Attenzione! La tavola può muoversi a causa di variazioni d’umidità. Ciò potrebbe comportare anche variazioni minime nel senso della lunghezza. Nonostante si cerchi di disporre la venatura del legno in modo ottimale, contrazione ed espansione delle fibre avvengono sia perpendicolarmente (più accentuate) che parallelamente (meno vistose). Perciò la tracciatura dei centri per le guide e i perni, la foratura della tavola e quella del telaio devono avvenire in tempi ravvicinati. Se si lascia passare qualche giorno fra queste operazioni e le condizioni climatiche cambiano, si rischia davvero di trovarsi con misure e fori che non coincidono più. Perciò è buona cosa costruire il telaio prima di forare la tastiera.

Da continuare…

Costruzione d’un piccolo organo a baule – 13
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