Ma quanto è difficile suonare? Più un pezzo è “facile”, più è impegnativo restare nei confini che gli sono propri. Perché qualsiasi opera ha dei confini, una cornice!
E poi si rischia di semplificare, quando invece è necessario andare a fondo nei meccanismi, nelle ragioni di ciascuna nota.

Prendiamo per esempio Jacques Duphly, Quatrieme Livre de Clavecin 1768, La Pothouïn dal minuto 16:31. Quando mai saranno espressivi tutti quei mezzi rubato e falsi rallentando ed esitando, se manca il respiro formale, che è l’unica giustificazione vera per quello che altrimenti suona come un mero espediente scenografico. I tempi nella recitazione e i respiri nella musica si vivono, non si eseguono.

Gustav Leonhardt docet.

Il respiro della musica