Segnatura delle canne con sistema alfabetico
Nel corso del restauro di uno strumento in val Sugana si è rinvenuto un sistema di notazione di tipo alfabetico simile a quello usato nelle intavolature tedesche. L’organo in questione (a San Nazario) è attribuito a Romano Zordan, ma in esso è consistente un nucleo di canne più antiche (forse settecentesche), grazie alla cui segnatura si è potuto ricostruire con una certa approssimazione quale dovette essere in origine la disposizione dello strumento.
L’autore dell’organo antico rimane sconosciuto, ma certamente operò in ambito trentino o altoatesino: si segnalano la segnatura di registro Mixtur nelle mutazioni in ottava del ripieno, quind in quelle in quinta, S.ocatv per la Decimaquinta, flaudo. Inoltre si nota l’uso dello stagno per tutti i registri, flauti inclusi.
Per quanto concerne la facciata antica (riutilizzata da Zordan nello stesso strumento ma in altro modo), è da segnalare la presenza di due canne con scudo sagomato “a fiamma” (vedi illustrazione sotto). La lastra è molto sottile, facilmente deformabile; è gettata su tela, come indicano le tracce sulla superficie interna. In origine le canne avevano anime non dentate, o poco, con taglio netto senza smusso e spessore piuttosto sottile. Sul corpo di alcune, posteriormente, si notano tracce dei ganci di sostegno in facciata da C#2 sino alla nota C4 che è l’ultima canna segnata con numero ” 9 / c – ” [sic]. Una numerazione di posizione (forse originale) è presente anche sul corpo in alto, generalmente a destra della saldatura, e spesso è stata abrasa.

L’organo è stato restaurato dalla ditta artigiana Fratelli Ruffatti di Padova nel 1999.
Le canne appartenenti al nucleo più antico sono segnate alla maniera tedesca sopra descritta, e sono graffite sul piede sotto la saldatura col corpo a destra della bocca; sul corpo sono segnate a destra della bocca presso la saldatura col piede.
