Uno degli LP più logori che giacciono ormai polverosi e abbandonati da decenni sugli scaffali contro la parete della “cavernetta”, dove mi ritiro durante il letargo invernale, e che stamattina ho ripescato, con qualche lacrimuccia nostalgica, è quello inciso dal Consort of Musicke nel 1982 per l’Oiseau-lyre con musiche di Byrd: Psalmes, Sonets and Songs of Sadnes and Pietie.
Dunque, ho acceso l’impianto stereo coi valvoloni, che dopo vent’anni ancora funzionano. Ho messo il disco sul piatto e ho portato il braccio del giradischi sulla penultima traccia del lato A: che conforto la voce di Emma; è ancora lì, nitida e saettante come un angelo del paradiso.
Il mio motto ora è Pari jugo, dulcis tractus
Questa interpretazione non si trova in rete, o almeno fino ad ora non l’ho trovata. Ma, grazie a dio, qualche liberal mente condivide un pdf e pure un mid: ChoralWiki

Ho trascritto Byrd per organo: con qualche acrobazia riesco a suonarlo su uno strumento da studio (I-8′, II-4′, ped. solo unioni). Mano destra sul II manuale all’ottava inferiore col 4 piedi, mano sinistra sul I manuale con l’8 piedi. Al pedale è affidato il discanto, quindi unione col II manuale che suona 4′. Le estensioni delle voci sembrano calzare a meraviglia: William Byrd, The match that’s made

Pari jugo, dulcis tractus