Questa dissertazione di Ibo Ortgies risale al 2004, pubblicata presso l’Università di Göteborg (GOArt Göteborg Organ Art Center) e liberamente consultabile online.
Mi permetto di tradurre dall’inglese la presentazione, ma il testo è in lingua tedesca.
Il sistema di accordatura è essenziale nel definire il suono d’un organo. Oggi è comunemente accettato il fatto che verso il Settecento le pratiche d’accordatura organistica si erano allontanate dal più diffuso e ben attestato sistema mesotonico verso temperamenti che permettono la circolazione fra le tonalità (sistemi ben temperati o l’equabile). Tuttavia memorie scritte e prove dagli strumenti conservati inducono con forza a ritenere che il sistema mesotonico non modificato sia stato praticato comunemente nella Germania settentrionale sino agli anni 40 del Settecento. Perfino i sostenitori delle nuove forme di temperamento, come Andreas Werckmeister, dovevano ammettere che gli organari non seguivano i loro consigli. Non ci sono prove che le riaccordature portassero a sistemi ben temperati; solamente il mesotonico e l’equabile sono i temperamenti citati dalle fonti relative alle riaccordature.
La ragione per la richiesta di nuovi sistemi di temperamento sta nelle esigenze dettate dalla pratica dell’accompagnamento di musica d’assieme. L’uso simultaneo di strumenti accordati su coristi diversi (Chorton, Kammerton) richiedeva frequenti trasposizioni; e tale pratica, in seguito all’affermarsi della tonalità maggiore-minore, divenne sempre più difficoltosa se non addirittura impossibile con organi accordati con il sistema mesotonico.
Modifiche di questo sistema furono suggerite e talvolta realizzate, ma generalmente senza successo. Riaccordare un organo ex novo è un’operazione lunga: un grande strumento può richiedere mesi di lavoro anche ad un organaro esperto. Le condizioni in cui si deve operare per riaccordare l’organo costituiscono un serio ostacolo all’introduzione di nuovi temperamenti.
L’esame dei pagamenti ai follisti riportati nei libri contabili della chiesa di S. Maria a Lubecca mostra che gli organi non furono riaccordati durante il servizio di Franz Tunder e Dieterich Buxtehude. Quindi alcune delle loro composizioni potrebbero essere state ineseguibili sugli strumenti a loro disposizione. Tuttavia, all’epoca non era accettabile che un organista di professione suonasse dallo spartito: da lui ci si aspettavano improvvisazioni anche di complessa polifonia. In altre parole la musica era scritta soprattutto per soddisfare le esigenze di studio.