Premessa
Per l’analisi e lo studio dei primi dodici importanti tientos della Facultad ritengo utile spogliarli dalle glosas, mettendo in evidenza il tessuto polifonico. In questa versione potrebbero venire alla luce relazioni proibite fra le parti (quinte e ottave parallele, tritono, dissonanze non preparate o non risolte).
 

Il I Tiento de Primero Tono della Facultad Organica di Francisco Correa de Arauxo (1626) apre la raccolta e funge perciò da manifesto programmatico. Infatti l’abilità del compositore è dimostrata dalla forza con cui riesce a incastrare imitazioni, varianti ritmiche, diminuzioni e dissonanze nell’ambito del tiento, le forma più rigorosa nella musica strumentale del periodo.

Il germe compositivo è costituito dal tetracordo discendente, enunciato con i valori lunghi e regolari della pulsazione alla minima. Le tre possibili concatenazioni di intervalli sono: tono-tono-semitono (la-sol-fa-mi), tono-semitono-tono (sol-fa-mi-re), semitono-tono-tono (fa-mi-re-ut).
Correa presenta il tema unendo i primi due tetracordi così da formare una progressione discendente, con l’intervallo di terza minore che separa le due metà: la-sol-fa-mi | sol-fa-mi-re. Poi risponde rovesciando il tema, che prende la forma ascendente.
La prima zona formale si estende per 35 battute, ed è giocata sulla figura ritmica della sestina di semicrome. Questa deve essere scandita a duine, stando al commento di Correa; tuttavia a volte il disegno melodico dei gruppetti di glosas si presta anche alla scansione ternaria. Due semiminime possono sovrapporsi sulla sestina. Il sistema di notazione numerica spagnolo, un tipo di intavolatura molto pratico per l’esecutore, permette di allineare con buona precisione le note. Perciò si può essere sicuri della diversa durata delle due semiminime: 4 semicrome + 2 oppure 2 + 4 contro la sestina. Il moto è tenuto prevalentemente da una sola parte, mentre le altre procedono con valori lunghi e costruiscono armonie dilatate. In tre occasioni si formano intricati duetti di semicrome. In particolare l’ultimo, il più intenso, è collocato nel registro grave.

Cifra spagnola dall'esemplare di Madrid
Cifra spagnola dall’esemplare di Madrid

La seconda sezione formale si estende grosso modo per altre trenta battute, sino a misura 63. Il tessuto ritmico è scandito da quartine di crome, ma la densità armonica è un po’ più alta. Compaiono una variante del tema, fiorito a crome, con il tetracordo discendente nella forma fa-mi-re-ut e la versione completa ascendente con i valori interi. Chiude la sezione una coda di dieci misure con glosa a quartine di semicrome. Il Soprano raggiunge il culmine melodico, il La5 a misura 57.

La terza sezione formale è articolata in almeno quattro zone. Le prime due presentano armonie sempre più ricche grazie a sincopi e legature, sino alla battuta 91. Il culmine melodico, il La5, appare improvviso a misura 72, poi il Tiple scende per un’ottava e mezza sino al Re3. Da misura 81 la tensione riprende per comparsa del tema diminuito a crome e culmina in un labirintico sfasamento delle imitazioni. La seconda metà di questa sezione riverbera il caos polifonico precedente, stemperandolo nelle armonie a parti late: la salita con parti accoppiate nell’imitazione a intervalli di ottava, terza e sesta giunge all’apice (misura 100, ambito Do2-Sol5) e quindi il gesto si distende verso la coda, che da misura 104 conduce con rapide fioriture imitate alla cesura di battuta 115. La cadenza vera e propria chiude sull’accordo di Re a misura 114: il protrarsi del movimento nel Basso serve a innescare la sezione conclusiva.

Questa, come spesso accade in Correa, è impostata sul ritmo ternario della proporción menor, che si deve eseguire con l’ayrezillo de sesquialtera, deteniéndose más en la primera y menos en la segunda y tercera figura. In proposito rimando ad un esauriente articolo di Andrés Cea Galán: El ayrezillo de proporción menor en la Facultad Orgánica de Francisco Correa de Arauxo, Nassarre, Revista Aragonesa de Musicología, 1990.
Il tetracordo risuona in forma variata, con l’intromissione di note poste una terza sotto ciascun grado: RE (si) DO (la) SI (la, sol) LA. Una sorprendente dissonanza è più volte giustificata in ambito teorico da Correa, che la definisce nueva falsa de punto intenso contra remisso. È conosciuta pure come mi contra fa.
Le imitazioni strette e la ripetizione ossessiva dell’inciso si raggrumano nella dissonante misura 132, da cui parte l’ultimo richiamo tematico prima del pedale conclusivo.

Non esiste in internet, che io sappia, una buona esecuzione organistica o anche cembalistica. Mi rendo conto che il brano è tecnicamente piuttosto complesso, ma a fronte di mille esecuzioni del repertorio “moderno”, possibile che non ce ne sia una passabile di questo Tiento? Un quarto d’ora di polifonia strumentale è così impegnativo per le nostre menti tartassate dal rumore, al punto da non poter godere di qualcosa che non sia solo un confortevole e rassicurante sottofondo sonoro?

Un tetracordo